Un passo dietro l’altro

andamento costante

mantengo il controllo

solo questo è importante.

Osservo, conosco, capisco

stringo a me un cerchio e mai lo tradisco.

Mi annebbio di noti profumi e colori

illudendomi che siano sempre I migliori.

E il tempo passa, la gente cresce

si annida, si affossa

rientra e non esce.

Colora con sempre gli stessi pennelli

li intinge in certezze

ritraccia modelli.

Un mattone dietro l’altro

andamento costante

un muro protegge

solo questo è importante.

Trattengo, lentamente respiro

si alzano sbarre

e a niente più aspiro.

Mi crogiolo attenta in un’aria di casa

fitta di indizi

di ragnatele pervasa.

E il tempo passa aumentando il vizio

di quel sicuro coscienzioso giudizio.

Una mano ferma, lo sguardo dritto

mi credo in piedi

eppure slitto.

Mi sorge un dubbio ma lascio andare

non provo neanche se non so fare.

Che senso ha infarinare d’incertezza?

che tutto cambia che tutto ingoia

e quindi a un salto preferisci una carezza

una fitta nuvola di noia.

Un bastone che trema per il peso

un cartone che collassa se disteso

un riparo sicuro ma di legno marcio

di luce esterna neanche uno squarcio.

Dove sono e che cosa è successo?

Son forse arresa e neanche l’ho ammesso?

Son forse un palo fisso nel cemento

e dalla terra un fastidio, un lamento

e poi un ronzio, una crepa, una fessura

che piano piano squilibra quelle mura.

Una vertigine sballa nell’orecchio

distorta l’immagine di me nello specchio.

Stringo gli occhi

ritorno al passato

la voce di nonna,

il cortile affollato.

I pranzi di Natale quando eri bambino

i regali, le risa e dar fuoco al camino.

Gli esami di scuola, gli amici e il muretto

quando aspettavi un messaggio la sera nel letto.

Chi voglio essere? Cosa voglio diventare?

Sarò mai ricco? Troverò mai chi amare?

E gli anni passavano e tutto prendeva forma

restringere il campo diventava la norma.

E poi il lavoro, i rapporti, la famiglia,

sei padre, sei madre, sei figlio, sei figlia.

Credi in Dio? Negli angeli? Nei rapporti gay?

Maschio? Femmina? Due lui o due lei?

In un governo di pochi? Nella democrazia?

Credi che spetti alla regola lasciare la scia?

Credi di essere felice perché’ hai fatto tutto quello che dovevi fare?

Eppure hai smesso di conoscere ed hai smesso di viaggiare.

Hai smesso di domandarti, di interrogare te stesso

chiami solo per dovere, scopi solo per sesso.

Guardi solo negli occhi chi ti alza la stima

e galleggi sperando di toccare la cima

Un tempo esplodevi di voglie e oggi hai solo paura

non sei invalido ne vecchio è una questione di apertura

Ripeti a te stesso: “Non ho più l’età”

“Ho troppo da perdere” “Non vado più in la”

“Non mettere in dubbio le tue abilità”

“Resta legato alla ciclicità”

Un’onda che avanza in un mare un po’ stretto

non più passione, ma morbido affetto

non più cieca la perseveranza

ieri il limite il mondo oggi solo una stanza.

Sorrisi calmi e parole compiaciute

per nascondere battaglie mai combattute

per non destare sospetto ma tirare avanti

oggi non molli il marito ma ti fai gli amanti.

Gloriosa regna un’ipocrisia costante

guardo solo il passato ed ignoro il presente.

Di bianco vernicio il mio mondo apparente

dove è cambiato tutto ma io non vedo niente.

La voce di nonna ad oggi non c’è più

diverso il sole, più canali in tv.

Meno ore a casa, troppi problemi

la salute vacilla, I pericoli temi.

Non più leggero, non più spavaldo

l’abitudine controllata reso caposaldo.

Non più’ guardare con occhi diversi

sempre più sicuri e mai così persi.

Una fitta, densa bolla di fumo

dove se non conosci non fai entrare nessuno

dove aumenta il distacco alla vita di un tempo

l’autoconvinzione, oggi il mio passatempo.

E’ tutto cambiato.

Tutto cambierà.

Non è una condanna solo la verità.

Una mano nei ricordi e l’altra nel progresso

di quel che un tempo era un lusso oggi godo in eccesso.

Cambio io e cambia il mio mondo

prima l’uovo o la gallina?

Non si sa mai fino in fondo.

Cambio io perché’ devo cambiare.

Cambio io perché’ mi devo adattare.

Cambio io perché’ la vita lo richiede.

Cambio io, non so perché’ ma poi succede.

E allora perché’ freno? Perché’ non accelerare?

E’ la prudenza, è la paura che il mondo fa ammalare.

Perché’ smetto di guardare con stupore?

Perché’ non rischio? Non rincorro con sudore?

Cambia il mondo perché deve cambiare.

Cambia il mondo perché si deve adattare.

Cambia il mondo perché la vita lo richiede.

Cambia il mondo, non so perché ma poi succede.

E allora perché frena? Perché non accelerare?

E’ la prudenza è la paura che il mondo fa ammalare.

Abbiamo perso la voglia di cercare una via

ci lasciamo guidare dalla tecnologia.

Riposiamo la testa e lasciamo fare per noi

che gambe pesanti oggi frenan gli eroi.

Sembran tutti ignorare la grande evidenza

il cambiamento accresce, si vive meglio in pendenza.

L’impegno che tende verso mete sconosciute

l’entusiasmo del nuovo, le bellezze perdute.

Un capitolo nuovo che la pagina volta

la bolla che scoppia e la nuvola tolta.

La mente che s’apre per l’intraprendenza

risoluzioni al posto di strafottenza.

E si per strada perderai un po di cose

alcune tremende, altre forse noiose.

La vita non prende, la vita strappa

il futuro ci attende, va avanti, non scappa.

Per quanto triste, per quanto umano

il tentativo di fermarla resta vano.

Ma vivrai vigile nel tuo riadattamento

perché’ la vita sorprende e oggi lo sento.

Perché’ hai ancora in te quella fiamma che brucia

che arde, che cresce, che richiede fiducia.

Non racchiudere il mondo in una parola

lascia andare la boa e quel nodo che hai in gola.

Lascia che il mondo ti lasci cambiare.

Lascia il controllo, gli errori, lasciali andare.

Lascia che la mente esplori I pensieri

e non il contrario.

Sii un pesce di mare e non di un acquario.

Cambia idea.

Tenta.

Non perdere il coraggio.

Sii fiero di te stesso

alle lezioni rendi omaggio.

Sii migliore, sii credente

ma non dare per scontato le parole della gente.

Al di sopra di tutto non smettere di amare

perché’ l’amore è la forza che permette di cambiare.

-Lydia L Galeno

 

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