È giallo come la luce del sole,
un dito che sfiora le labbra per non fare rumore.
È un pugno che stretto vuol dire coraggio,
è un respiro profondo che ad un momento rende omaggio.
È un occhio chiuso che rinvia ad un indizio,
una mano sulla bocca per non prendere il vizio.
Una testa che scuote per negare qualcosa,
un’altra che consente per un pregio che osa.
Sono pollici e indici che formano un cuore,
mille ed uno di gesti per parlare d’amore.
Un anello per esprimere promessa,
un otto girato per il tempo a cui è annessa.
Uno specchio che l’immagine egocentrica riflette,
una croce che i confini del finito prende e abbatte.
Un portone,
che spalanca il nuovo avvenire.
Tutto quello che io uso per spiegare cosa dire.
È un letto,
che ricorda la famiglia.
Una mano sulla spalla tra un padre ed una figlia.
Sono i colori, la speranza, la dolcezza, la passione.
Sono note che richiamano musica, una canzone.
È un mappamondo che ci spiega l’idea di uguaglianza.
È una scala, una salita, per accorciare una distanza.
Un abbraccio che mi culla di donata tenerezza,
come un fiore regalato sottolinea la bellezza.
Un bastone che sostiene ed un vento che spazza via,
una pioggia di lacrime che sento addosso come mia.
Uso, estrapolo, metto insieme e poi creo.
Vedo, odoro, sento, tocco e sottolineo.
Costruisco quel mondo di significato,
che comunica con me, che mi lascia senza fiato.
Perché se è segno la parola non significa nulla,
con sé mai mi trasporta e li da sola non brilla.
Ma come un albero che attento mette al mondo il suo frutto,
come simbolo la parola significa tutto.
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